Perchè un pezzo di carta vale più delle tue competenze

Perché un pezzo di carta vale più delle tue competenze: Il motivo per cui mi sono avvicinata ai blog

Un pezzo di carta vale più delle tue conoscenze

Perché un pezzo di carta vale più delle tue competenze?

Ok, è domenica e ho passato la giornata a guardare un po’ di video istruttivi su YouTube.

Tutti questi stimoli mi hanno ispirata e volevo condividere un pensiero che ho nella testa da tempo ma a cui non sapevo dare forma.

Perché aprire un blog?

E’ una domanda che ho sentito più volte.

Perché sprecare il tuo tempo a scrivere per persone che nemmeno conosci?

Informarsi e diventare esperti di una disciplina solo per essere letti e visti online?

 

Tutte queste domande sono collegate tra di loro.

Oggi voglio scrivere un articolo un po’ diverso dal solito in cui ti spiego cosa succede nel backstage del mondo dei blog.

La nostra società sta cambiando in modo radicale e i vecchi schemi non servono più.

Con questo articolo spero di dare un po’ di coraggio a chi, come te, ha capito che andare avanti così non funziona e vuoi trovare il coraggio di cambiare percorso.

Trovare una soluzione, un’alternativa.

A chi vorrebbe aprire un blog, esprimere le proprie idee, diventare influencer su Instagram e fashion blogger, cominciare a guadagnare come fashion blogger ma ha paura del giudizio degli altri.

Questo post motivazionale è per tutti voi!

A proposito, hai già dato un’occhiata alla differenza tra fashion blogger e influencer?

Viviamo in una società in cui i vecchi schemi non funzionano più.

 

Un pezzo di carta vale più delle tue conoscenze

Perché un pezzo di carta vale più delle tue competenze

Quando ero ragazzina i miei genitori mi hanno sempre spinta ad andare a scuola, all’università, prendere buoni voti, laurearmi in tempo e risparmiare soldi.

Sono sempre stata una persona timida ma voglio raccontare un pezzo della mia storia per aiutare chi si trova nella mia stessa situazione.

Ho capito che non serve a niente tenersi tutto per sé.

 

Il motto del mio blog è Strategie pratiche per fashion blogger e influencer. Si trova in cima a tutte le pagine.

Quando l’ho scritto per la prima volta quasi non ci credevo nemmeno io.

Ma chi vuoi che legga queste cose!

Pensai tra me e me.

Tanto lo sanno tutti che è solo una cosa per ragazzine che non hanno voglia di lavorare.

 

La mia idea era (ed è ancora) quella di insegnare tutti i segreti di un nuovo lavoro che la maggior parte delle persone pensa non essere affatto un lavoro.

Tutto questo unendo quelle che sono le mie tre passioni principali: web marketing, fotografia e crescita personale.

L’idea era già complicata dall’inizio!

La cosa buffa è stata che, col passare del tempo, mi sono informata sempre di più sull’argomento.

Ho raccolto informazioni, ho sondato il mercato.

Quello che ho scoperto è stato davvero sorprendente!

 

La mia storia rappresenta il vecchio modo di vedere la società, il lavoro ed è per questo che voglio metterla qui, nero su bianco.

Tutto ciò di cui parlo sul blog, invece, rappresenta il lavoro del futuro.

I più illuminati in giro dicono che il 75% delle persone che si formano oggi andranno a fare un lavoro completamente diverso rispetto a quello che stanno studiando.

Non solo!

Questi lavori ancora devono esistere e non si sa che forma avranno.

Che cosa strana, no?

Abbiamo vissuto millenni svolgendo le stesse mansioni e tramandandocele di padre in figlio per poi vedere tutto distrutto all’improvviso.

E’ un bene o un male?

Questo non lo so.

Nessuno può dirlo. E nemmeno dovrebbe interessarci.

Non siamo degli opinionisti dei talk-show ma persone che stanno cercando un modo per dare forma alla propria vita.

Dobbiamo prendere sempre il meglio da ciò che ci viene dato.

 

Cosa c’entra la mia storia con tutto questo?

Stavo dicendo …

Credo di essere stata allevata, come tutti, con l’idea che andare all’università, prendere buoni voti e fare le brave pecorelle degli insegnanti fosse un buon modo per trovare un posto dignitoso nella società.

Fare un gruzzoletto di soldi e godersi la vita.

E queste cose le ho fatte proprio tutte dall’inizio alla fine.

Andare a scuola, essere diligente con i compiti, laurearmi in tempo, non trasgredire alle regole … puoi continuare tu, credo che non mi manchi proprio niente.

Cosa è successo quando sono uscita fuori da tutto questo?

Mi sono ritrovata in un mercato totalmente cambiato rispetto alla mentalità con cui ero stata educata o a quello che mi dicevano all’interno delle istituzioni.

Tutti i lavori accademici non sono più riconosciuti come elevati dalla società.

Ciò significa che uscita fuori ero solo una pecorella in mezzo al gregge.

Non riuscivo a differenziarmi, a spiccare all’interno della massa.

Non riuscivo nemmeno a capire dove dovessi andare, come potevo inserirmi, come potevo far fruttare i miei cinque anni di studio.

 

Mi sono accorta di una verità terribile.

Che la società non ci giudica per quello che siamo ma per i pezzi di carta che abbiamo.

Non importa se questi sono comprati o meritati, il pezzo di carta certifica che tu sai fare quella determinata cosa.

Ecco tutto!

Attestati, diplomi di laurea, curriculum … ad un certo punto mi sono accorta che stavo solo collezionando fogli.

Fogli su fogli che non dicevano niente di ciò che realmente sapevo fare, di quella che è la mia personalità, le mie capacità.

Attestavano solo ciò che ero in passato non ciò che potenzialmente potevo essere nel futuro.

E’ capitato anche a te qualche volta?

Di ritrovare i tuoi attestati, la foto sul tuo curriculum, lo storico di tutto ciò che hai fatto nella tua vita e non riconoscerti affatto.

Sul mio computer c’è una cartella Curriculum che ne contiene altre tre.

Sì, tre curriculum in tre ambiti completamente diversi, ciascuno scritto in inglese e italiano.

Per un totale di sei curriculum XD .

E’ una crisi d’identità o questi strumenti sono incapaci di dire cosa noi siamo veramente?

 

La società non ci giudica per quello che siamo ma per i pezzi di carta che abbiamo.

 

Per fortuna non sono l’unica a dirlo. Anche Marco Montemagno, imprenditore e creatore di 3 start-up negli ultimi anni, racconta perché mandare curriculum non è la strategia migliore.

Guarda il video!

 

Sono felice di poterlo scrivere qui.

Questo posto sul web è mio ma allo stesso tempo tante altre persone possono accedere a queste informazioni.

Una delle tante magie nate negli ultimi decenni.

E voglio farlo perché ho visto tanti ragazzi e ragazze brillare in discipline e attività per cui non avevano nessun attestato ed essere mediocri in quegli ambiti in cui avevano mille riconoscimenti.

Li ho visti cercare di farsi largo, dire al mondo che erano bravi più degli altri che avevano studiato e sapevano fare quella cosa, per poi tornare indietro spinti dal rifiuto.

E’ proprio quello che è successo a me!

Se hai letto un po’ la mia storia, saprai bene che mentre cercavo un lavoro come ingegnere, sentendomi totalmente incapace, creavo blog, facevo SEO su Google e curavo i social media meglio di coloro che si definivano professionisti!

Per il lavoro che stavo cercando avevo mille attestati ed erano tutti pronti ad offrirmi stage mal retribuiti, per il secondo non avevo niente da mostrare per cui non pensavo minimamente di buttarmi nella mischia.

Fin quanto non ho capito una cosa.

Davvero importante.

Non è un pezzo di carta che definisce le nostre competenze.

Mi sono resa conto che potevo brillare solo e unicamente grazie a quello che imparo sul campo, anche se non è certificato da nessun attestato e roba varia.

Quel piccolo profilo Instagram che ho aperto nel lontano agosto 2015 è cresciuto.

Grazie ad esso ho aperto un mio sito web e, per qualche ragione su cui adesso non voglio indagare, le persone stanno cercando come fare per raggiungere i miei stessi risultati su Instagram e non solo.

Quando ho parlato di come iniziare a gestire un profilo Instagram, ti ho detto che una delle più grandi stupidaggini che spinge la gente a far crescere il proprio profilo è perché questo rappresenta un secondo curriculum.

Non nego quanto ho scritto, ma ci sono delle eccezioni.

Come nel mio caso, in cui il profilo Instagram mostra ciò che sai fare piuttosto che la tua vita spericolata.

Nel prossimo paragrafo ti racconterò come il mio profilo Instagram mi ha procurato colloqui di lavoro.

 

Lo so, lo so.

Ho sentito più volte dire in giro

Sai, ho provato a trovare lavoro in questo ambito che mi piace un sacco, ma cercavano tutti persone con attestati o lauree.

Pensavo davvero non ci fosse via d’uscita a questa situazione.

Che non potevo far altro nella mia vita se non quello che era scritto sul mio curriculum e attestato dai tanti pezzi di carta in giro per casa.

Ma mi sbagliavo.

 

Prima di proseguire la lettura, che ne dici di condividere questo articolo?

Quello che ho detto sopra e che leggerai in seguito sono cose che ci sono in giro, tutti pensano e nessuno dice. Sarebbe fantastico aiutare la società a non morire nella sue stessa ignoranza.

Ecco i pulsantini!

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Perché aprire un blog

Vuoi davvero fare la differenza in questo mondo saturo di qualsiasi professione tradizionale?

Sto per dirti una cosa che farà storceranno il naso a parecchi.

Soprattutto recruiter, genitori, professori e tutti coloro che non si sono ancora accorti che il mondo sta cambiando radicalmente.

Il blog sta diventando il nuovo curriculum.

Anzi.

E’ qualcosa di molto meglio.

Un curriculum mostra ciò che eri e tutte le cose che hai fatto in passato.

Un blog mostra le tue competenze a 360 gradi su un argomento, fa vedere quello che sai fare e può anche essere trasformato in uno strumento di guadagno.

Incredibile, non trovi?

 

Allora perché ancora tante persone preferiscono perdere tempo e soldi per acquisire attestati altisonanti, passare le giornate a scrivere e inviare curriculum piuttosto che aprire un blog?

Perché ci vogliono competenze e tanto, tanto impegno.

Devi conoscere non solo la materia di cui andrai a scrivere ma informarti di digital marketing e un po’ di programmazione.

Devi passare almeno 7-8 ore a settimana a scrivere articoli di valore, rispondere ai commenti, fare miglioramenti.

Ma tutto questo ripaga?

 

Ogni mattina controllo la casella di posta del mio blog.

Era da un po’ che non ricevevo mail e la cosa era un po’ frustrante.

Ogni blogger vorrebbe andare nella propria casella di posta e leggere mille mail di collaborazioni o dai proprio fan.

Niente di niente.

Fin quando una mattina finalmente c’è qualcosa di nuovo.

Oggetto: Collaborazione editoriale

Strano, che sarà mai!

Era il direttore marketing di una nota società di consulenza milanese con fatturato a cinque zeri e più che mi chiedeva se fossi interessata a intraprendere  una collaborazione editoriale retribuita con l’azienda.

Ero sconvolta!

Ammetto che mi sono sempre impegnata sul blog, ho sempre voluto farne un lavoro ma pensavo anche io, ingenuamente, che tutte queste fossero solo c*****e.

Che infondo in pochi ci riescono e quelli che arrivano in cima sono solo stati fortunati.

Ora posso dirti con orgoglio che non è vero!

 

Non solo!

Tutto questo dimostra esattamente quello che volevo dirti all’inizio.

Un pezzo di carta non rappresenta la nostra conoscenza.

Dobbiamo lavorare affinché le nostre competenze vengano fuori e chi è interessato le noti.

Credi che mi abbiamo chiesto un curriculum per fare la collaborazione editoriale?

No di certo!

“Ciao Monica. Ho visto il tuo blog e mi è piaciuto molto, volevo sapere se sei interessata … bla bla bla”

Sono bastate poche righe per metterci d’accordo.

 

I pezzi di carta sono ormai morti, conta solo quello che sappiamo mettere in pratica.

Quello che possiamo far vedere al mondo.

Questa è stato solo l’episodio più eclatante di quelli che mi sono capitati.

Tra gli altri ci sono: una piccola consulenza di marketing e social media per un sito di un privato, uno shooting fotografico e addirittura un colloquio di lavoro per un’agenzia di e-commerce.

In tutti questi casi, nessuno ha voluto vedere il mio curriculum, attestato o titolo di laurea.

Sono capitati per caso sul mio blog e sul mio profilo Instagram @monicapirozzi_.

Hanno visto quello che sapevo fare e volevano che lo replicassi per le loro attività.

Mi hanno chiamata e mi hanno detto:

“Hey, ho visto quello che hai fatto, saresti in grado di farlo per il mio business?”

Certo che sì!

 

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Per tutti quelli che si affidano ancora al pezzo di carta

Parenti, insegnanti, genitori, amici che già lavorano ci spingono tutti verso questa direzione.

La società ci spinge in questa direzione, soltanto perché ci vuole uno sforzo enorme per ammettere di star cambiando e che tutto ciò che è stato fatto fin’ora non va bene più.

Come essere umani non siamo molto propensi al cambiamento.

Siamo portati a restare nella nostra zona di comfort, non vogliamo uscire dal nostro guscio e vedere quello che sta succedendo lì fuori.

Possiamo anche restarci tutti in questo guscio.

Però poi non ammetto che si senta parlare in giro delle persone che hanno avuto successo, creato business milionari come quelli che sono stati fortunati o che si sono semplicemente trovati al posto giusto al momento giusto.

Non è così!

Hanno semplicemente capito come funziona il mondo.

Questo è tutto.

Hai mai provato a fare lavori per cui non avevi un pezzo di carta? Inseguire un tuo sogno anche se non avevi mai studiato niente in materia? Come hai fatto ad acquisire nuove competenze?

Sarei felice di leggerli tutti nei commenti qui sotto!

 

Namasté,
Monica

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Categorie: Business

Di Monica

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