Come Diventare FREELANCE nel DIGITALE » Monica Pirozzi

Come Diventare Freelance nel Digitale, Guadagnare di Più e Liberarti del Tuo Odiato Capo

Come diventare freelance nel digitale

Questa è una storia non ordinaria di come diventare freelance nel digitale (e come puoi diventarlo anche tu).

Forse sognavi sin dall’infanzia di poter avere qualcosa di tuo, gestire una tua attività ed essere indipendente nel tuo lavoro. O forse, hai maturato questa idea cominciando a lavorare per qualcun altro e comprendendo che hai delle idee che vuoi portare avanti in autonomia.

Che tu lo voglia o no, nel lavoro tradizionale ci troviamo a contatto con delle logiche spesso molto lontane dalla direzione che sta prendendo il mondo digital in questi ultimi anni, mettendoci a confronto con manager, capi, leader di 40 – 50 anni che ci impongono di far cose che non condividiamo.

E così nasce il sogno della libertà.

“Quando avrò un’attività mia, potrò viaggiare e lavorare in giro per il mondo!” – “Non vedo l’ora di diventare freelance così posso scegliere con chi lavorare!” – “Non ce la faccio più a regalare le mie competenze a questa azienda, non vedo l’ora di lavorare per conto mio!”

Io sono Monica, non so se già hai trovato alcuni dei miei contenuti online, ecco, sono qui perché io ero quella ragazzina che sognava sin da piccola di diventare freelance e lavorare per i fatti propri.

Mi piace la libertà, l’indipendenza, ma soprattutto la possibilità di creare.

Fino a 6 mesi fa stavo disperatamente cercando di capire come diventare freelance nel digitale. Sono una digital strategist, mi occupo di social, contenuti, sponsorizzazioni. Insomma, sono un po’ nerd dei numeri e un po’ creativa, a seconda di ciò che serve.

Non ne potevo più del lavoro in ufficio, di avere un capo, di guadagnare poco, e così ho cercato su internet, ho chiesto a persone che si erano già avviate su questo percorso “Come si fa a diventare freelance?”.

Ecco, seguimi, perché adesso ti racconterò come ce l’ho fatta.

Tutto è partito esattamente 6 mesi fa.

Il primo passo per capire come diventare freelance

Mi sveglio alle 4 del mattino, di soprassalto. Giusto il tempo di raccogliere lo zaino che avevo preparato, guardare il panorama della costiera sorrentina dalla finestra e scappare a prendere il treno che mi avrebbe riportata a Milano.

Vista di Sorrento da balcone

Ho iniziato il 2020 con la mia prima vera esperienza lavorativa (o almeno secondo i luoghi comuni). Quel treno, alle 7 del mattino del primo gennaio, mi riportava a Milano per iniziare a lavorare il 2 gennaio in ufficio (belli i tempi in cui andavamo in ufficio!).

Ero elettrizzata, da un lato, per questa nuova avventura.

Non era la prima volta che lavoravo. Avevo già iniziato a fare consulenze sul web proprio grazie a questo blog, avevo delle piccole entrate grazie ad Instagram. Le mie prime esperienze risalivano al 2012, quando facevo ripetizioni di matematica e fisica e poi a Milano, dove lavoravo nel tempo libero come traduttrice.

Sì, però era la prima volta che avevo un guadagno fisso, non mi era mai capitato prima e questo, in qualche modo, mi faceva sentire al sicuro.

>> Se cerchi strategie pratiche per metterti in proprio anche se non hai soldi, leggi questo articolo: Come Mettersi in Proprio Senza Soldi – Il Percorso in 7 Passi

Non ero soddisfatta, era evidente.

Ho dovuto lasciare la casa in costiera sorrentina, con vista Vesuvio, in cui ero con la mia famiglia quell’anno per passare il capodanno, per essere al lavoro il 2 gennaio.

Mentre ero in treno, tutto questo mi ha fatto pensare.

È davvero questo che vuoi dalla vita? Essere alle dipendenze di qualcuno e non poter vivere ciò che vuoi?

Ho sempre avuto idee, non sono mai stata passiva di fronte alle cose e proprio per questo mi piaceva mettermi in gioco. Capita anche a te? O forse vuoi semplicemente avere più libertà, fare le cose a modo tuo.

Nel mondo digitale è plausibile pensarla in questo modo.

Lo ammetto, a inizio anno ho scritto i miei obiettivi nella mia agendina e c’era anche diventare freelance, ma non ci credevo davvero.

agendina obiettivi nuovo anno

Non è che non ci credessi, il fatto è che non sapevo proprio come fare. A stento stavo iniziando a mantenermi da sola, conoscevo poche persone, come avrei fatto a trovare clienti?

Le risposte sarebbero arrivate da sole, ma in quel momento ancora non lo sapevo.

Come diventare freelance: Un salto nel vuoto

Parecchi cercano “Come diventare freelance” su Google ed escono tante tecniche, passaggi, step, ecc., ecc.

Nel mio caso, è stato un vero e proprio salto nel vuoto.

Ora ti spiego perché.

Da fine febbraio 2020, ho smesso di andare in ufficio. I motivi li conosciamo bene, ma non è su questo che voglio soffermarmi ora.

Il fatto è che mi sono ritrovata, dopo scarsi 2 mesi e mezzo di lavoro, a dover gestire da sola tutto. Clienti, compiti, rapporti con i colleghi e anche il mio tempo.

Questo l’ultimo tramonto visto dalla finestra del mio ufficio.

tramonto stazione centrale milano

Ammetto, in questo mi ha aiutato tantissimo il mio percorso online che era già iniziato prima del mio lavoro, in cui incastravo la gestione del mio profilo Instagram, blog, YouTube, podcast con i miei studi e anche lavoretti extra.

Ero abituata a gestirmi e a ottimizzare il mio tempo, caratteristica indispensabile per avere successo come freelance, ma trovarsi a casa da sola, a lavorare a progetti altrui, che spesso non potevo scegliere, ha cominciato a far risalire in me il malcontento per la vita da dipendente.

Sono stata una folle a litigare con il mio capo.

Se dovessi rispondere in tutta sincerità alla domanda “Come sei diventata freelance?“, allora è: litigando con il mio capo!

Ebbene sì, se pensavi di leggere una storia normale già ti ho avvertito dall’inizio. Questa non lo è per niente.

29 maggio 2020.

Mi sembra ieri, ce l’ho stampato nella mente il ricordo del momento in cui il mio (ex, primo e non so se anche unico) capo mi invita in videochiamata per annunciarmi, a sangue freddo, senza avermi avvertita e senza preavviso che il mio lavoro lì era FINITO.

Scusami, cosa devo fare ora? Le chiamate programmate? I report?

Era tutto finito. Non ne voleva sapere più niente di me e, da un momento all’altro, mi sono ritrovata… disoccupata!

Non ti nascondo ciò che è accaduto nei 10 minuti successivi.

Dopo un piano liberatorio di 10 secondi, in cui ho scaricato tutta la tensione per l’insoddisfazione che avevo, mi sono sdraiata sul divano del mio monolocale a Milano, lo stesso che vedi nei miei video se ti è capitato, ma anche il mio luogo per aperitivi dei 3 mesi precedenti.

Questo, per intenderci.

divano Milano

Con lo sguardo rivolto verso il soffitto e i palmi all’insù, ho provato una indescrivibile sensazione di libertà.

Non sapevo cosa sarebbe accaduto, come mantenermi a Milano in un momento di crisi del mondo, cosa avrei fatto, sentivo solo che stava per iniziare un periodo incredibile delle mia vita.

E così è stato.

Non era nei miei piani diventare freelance, qualcun altro ha scelto al posto mio

Quel lavoro lì appena terminato in modo brusco, era anche lo stage che avrei dovuto concludere per laurearmi in marketing in Bocconi.

Proprio pochi giorni prima avevo avuto occasione di rivedere tutti i miei colleghi, in remoto, per la discussione. Tanti di loro stavano lavorando, erano stati riconfermati nelle loro posizioni e anche io ero tra quelli… se non fossi stata folle fino alla nausea!

Il primo pensiero che ho avuto è, ovviamente, cercare un nuovo lavoro.

Ho ripreso la cartella dei curriculum.

Aspetta un attimo… perché ho più di un curriculum?

Devi sapere che, sono sempre stata molto dinamica, mi piace sperimentare, così come con le mie passioni, con i viaggi, anche nel lavoro.

Ho studiato in 3 università diverse discipline completamente differenti, ogni percorso che facevo mi permetteva di creare un nuovo curriculum.

Quale di questi avrei usato ora? Ne avevo 4 e avrei potuto scriverne ancora altri.

“Dai, comincio a inviare curriculum nel marketing, ho un po’ di esperienza, sono smanettona e poi ho anche un blog e un profilo Instagram ben curato!”

Quando ho capito che non era la direzione giusta.

Non è che non avessi ricevuto chiamate dopo aver inviato decine di curriculum. Arrivavo fino in fondo ai colloqui (con mia grande sorpresa).

Uno degli ultimi, dopo 5 colloqui con la stessa azienda, mi sono ritrovata al 7 piano di un edificio vista Duomo insieme al CEO, a cui ho risposto alla domanda “Come ti vedi a lavorare nella nostra azienda?” con “Su questa scrivania, uno spritz, due patatine a godermi la vista del Duomo!“.

Probabilmente la storia la puoi immaginare, nessuno mi ha preso, le mie competenze non erano mai abbastanza, c’era sempre qualcosa che non andava e non riuscivo a capire perché.

Ammetto, un po’ di demotivazione c’era anche se non mi sono scoraggiata e ho cominciato a vederlo come un segno del destino, fin quando non è successo l’impensabile.

Come diventare freelance e l’acquisizione del mio primo cliente

Avevo paura di lavorare da sola. Forse la cosa che mi spaventava di più era essere responsabile al 100% del mio operato.

Non potevo nascondermi, in agenzia avevo altre persone a cui poter chiedere spiegazioni, farmi aiutare nel caso in cui non sapessi fare qualcosa o semplicemente raccogliere un po’ di sostegno psicologico.

L’incertezza, la precarietà e la solitudine legata al mondo del freelancer non mi faceva stare tranquilla ma, come ti ho detto, non possiamo sfuggire al nostro destino.

Non sono stata io a trovare il mio primo cliente.

È stato lui, o meglio lei, a venire da me. Si trattava di una cliente che seguivo in agenzia che ancora non aveva firmato alcun contratto.

Non avevo alcuna intenzione di sottrarre clienti a nessuno, sia chiaro. Lei mi ha contattato dicendomi che voleva lavorare con me. Io ero la sua referente in agenzia e l’unica a conoscenza della sua attività e di cosa aveva bisogno.

A quel punto, comincio a intravedere un’opportunità, o meglio, mi convinco che QUESTO è il momento giusto per osare, per lanciarsi in qualcosa di nuovo, nell’ignoto.

Il bello doveva ancora venire.

A metà giugno, esattamente 15 giorni dopo il mio licenziamento, mi propone di iniziare a lavorare insieme ad Alghero, dove mi avrebbe ospitata un mese per conoscerci a avviare le attività insieme.

Se hai letto l’articolo Vivere ad Alghero: Come ho fatto a trasferirmi in una delle città più belle della Sardegna, saprai già qualcosa.

Non avevo mai visto quella persona prima, l’unica cosa che conoscevo del suo aspetto era la sua foto su WhatsApp. La sua voce mi aveva ispirato fiducia, il suo progetto mi piaceva, era incredibile il mondo che stava creando.

Così, accetto di incontrarci, il 7 luglio, al porto di Civitavecchia, per conoscerci e imbarcarci insieme in questo trasferimento in Sardegna.

Ricordo ancora quel momento al porto, mi ero fatta accompagnare perché avevo paura che tutto questo non fosse vero e che sarei dovuta ritornare a casa. Avevo una valigia enorme per stare un mese fuori, non ero mai stata ad Alghero e non sapevo cosa aspettarmi.

Finalmente, quando vedo spuntare una Fiat500 scura, con una signora bionda all’interno, con l’auto piena di bagagli e il mio biglietto della nave tra le mani, ho capito che forse dovevo lasciarmi trasportare, senza fare domande, da tutto ciò che stava accadendo.

(tramonto di Alghero)

Aspetta, l’acquisizione del mio secondo e terzo cliente forse è ancora più incredibile!

Chi ben comincia è a metà dell’opera, giusto?

Mi sentivo di aver iniziato col botto e, come puoi immaginare, volevo godermi il sole e il mare della Sardegna, però un po’ mi chiedevo come avrei fatto a trovare altri clienti e far continuare quest’avventura.

Detto fatto, pochi giorni prima di partire per Alghero mi contatta una persona a cui avevo fatto consulenza proprio attraverso questo blog. Imprenditrice, donna carismatica, anche lei voleva iniziare a lavorare con me.

Ma com’è possibile?

Te l’avevo detto che era una storia strana questa, effettivamente di storie ordinarie se ne trovano un sacco in rete. Ho cominciato a pensare, e poi ne ho avuto la conferma, che quando siamo perfettamente allineati con ciò che l’universo ha in serbo per noi, allora le cose cominciamo ad accadere, senza che noi ce le andiamo a cercare.

E così è stato anche per il mio terzo cliente!

Il fatto è questo. Nel mese di luglio in cui ero lì, Alghero, piccola cittadina di 50 mila abitanti della Sardegna, è diventato un luogo di aggregazione per marketer digitali.

Ma com’è possibile? Ho capito che non era più il momento di farsi domande.

Uno dei più famosi marketer digitale che conosco e che seguo assiduamente, ha organizzato, proprio in quei giorni, un meet-up ad Alghero, dove si trovava per vacanza.

Proprio a questo meet-up che non era altro che una festa in cui ho trascorso buona parte del tempo mezza brilla, conosco un gruppo di ragazzi di una startup di Roma che, di lì a poco, sarebbero diventati il mio terzo cliente!

(Il luogo pazzesco del meet-up. Io e il famoso marketer. Una foto dell’evento finita su Instagram.)

Se vuoi sapere come ho continuato con l’acquisizione dei clienti e anche come ho scelto di terminare il rapporto con alcuni, scrivimi nei commenti. Sarebbe tutto troppo lungo da spiegare qui.

E le tasse? La partita IVA? Quando l’ho aperta?

Non ci ho mai capito niente di questo argomento ed ero anche abbastanza restia a buttarmi in questo mondo. Mi spaventavano i costi, gli obblighi, le spese che avrei dovuto sostenere.

In fondo, sono solo all’inizio!

A fine agosto, dopo due mesi effettivi di attività in cui ho proceduto con ritenuta d’acconto (se non sai cos’è trovi un sacco di articoli in rete che ti spiegano di più su questa forma per mettere fattura anche se non hai una partita IVA) ho deciso di aprirla, ancora una volta, non seguendo un ragionamento razionale, ma per lanciare una sfida a me stessa.

Stavo iniziando a capire che l’universo voleva questo per me, che in qualche modo stavo entrando in una strada a cui ero destinata e, stavolta, volevo fare io il primo passo.

Ho aperto la partita IVA senza sapere se mi fosse stata effettivamente utile. Sotto una certa soglia di fatturato si può procedere con altre forma a tassazione più economica.

Però volevo smuovere qualcosa, andare incontro al destino e fagli capire che volevo continuare su quella strada.

Per comprendere come diventare freelance devi prima imparare a leggere i segni del destino e capire se lo vuoi davvero

Più volte ho pensato di voler tornare indietro, anche ora, a distanza di 6 mesi dall’inizio della mia attività come freelance. I dubbi sono sempre tanti, troppi.

L’inadeguatezza, la sindrome dell’impostore, potrebbero impossessarsi di te, soprattutto se sei giovane, alle prime esperienze e scegli, come me, di confrontarti con CEO, imprenditori molto più grandi di te, sia di età che di esperienza.

La cosa bella, però, è che puoi crescere in modo incredibile. Se fossi rimasta in agenzia probabilmente non avrei viaggiato tanto, non avrei conosciuto tutte le persone che poi ho incontrato e non avrei fatto tutte queste esperienze.

Se cerchi una risposta definitiva a come diventare freelance, forse avrai capito che non esiste.

Spero che questa storia ti abbia dato un po’ di ispirazione, ti abbia fatto capire se questo è davvero il percorso che vuoi seguire nella tua vita e trovare il coraggio di dare un segno al destino.

Ti aspetto nei commenti, per confrontarci e rispondere a qualsiasi domanda tu abbia in mente.

Namasté,
Monica

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Pubblicato
Categorie: Business

Di Monica

Copywriter & Copywriting Coach ♡

6 commenti

  1. Ciao Monica, ti seguo. In molto piacere, ma in questo caso, dal titola, aspettavo un po’ di consigli….. L’articolo racconta semplicemente la tua esperienza, noi lettori vorremmo qualcosa in più, la tua storia è di ispirazione, ma manca ciò che facevi in ufficio, consigli ecc

    1. Ciao Mayra,

      lavoravo in un’agenzia di comunicazione a Milano, ero digital strategist quindi mi occupavo di social, siti web, pubblicità su Facebook e seguire i clienti per le loro campagne pubblicitarie digitali. Questo molto in generale.

      L’ho omesso perché credo che non conta ciò che facevo, chiunque faccia qualcosa nel proprio lavoro in ufficio può monetizzarlo come freelance. Anche se, ad esempio, lavori in un salone di parrucchiere e vuoi poi lavorare come libera professionista.

      Se hai altre domande scrivimi!
      Monica

  2. Ciao Monica, ti seguo con piacere e mi sei d’ispirazione! In questo articolo però non lasci sldei consigli come promette il titolo, ma racconti la tua incredibile storia.
    Fantastica sei riuscita a realizzare il tuo sogno, ma noi lettori vorremmo qualcosa in più, consigli ispirazione da, come ecc
    Spero di esser stata chiara
    Un abbraccio
    Mayr

    1. Ciao Mayra,

      certamente, ho in programma un altro post con un po’ di consigli, questo era “l’ultimo post dell’anno” e volevo farlo più ispirazionale.

      Tieni a mente però, come dico nell’articolo, che non è un percorso prestabilito. Conosco tante altre ragazze che sono diventate freelance e ognuna ha una storia diversa. Per questo sono partita dalla mia storia, per far capire che è inutile seguire alla lettera consigli che si trovano online ma bisogna avere il coraggio di costruire il proprio percorso quando ci si sente pronti anche se le condizioni esterne non sono favorevoli al massimo!

      In ogni caso, in questi giorni arriverà l’altro articolo ricco di consigli che ti linkerò qui.

      Spero possa esserti d’aiuto a costruire il tuo percorso!

      Buon anno!
      Monica

      1. Ciao buongiorno Monica sono disoccupato quasi da un anno anche per colpa di questa pandemia , sono laureato all’ Accademia di belle Arti in Scultura , ho esperienza nel campo artistico perciò è difficile trovare lavoro , ho pensato di mettermi in proprio ma non soldi , vorrei capire come iniziare da zero , in che sito devo andare e chi mi può seguire senza però dover pagare niente perché ho solo bisogno di lavorare non di pagare qualcuno per lavorare se mi puoi dare una dritta inizierei anche da subito . Auguri di buona Befana.

        Saluti

        Angelo

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